Un “piano salva stalle” per tutelare le 1058 stalle della provincia di Varese e arrestare la flessione di un comparto che, solo nella provincia prealpina, ha portato nell’ultimo anno alla perdita di 27 unità. Ma, più in generale, l’obiettivo è salvaguardare il futuro della zootecnia nell’intera a Pianura Padana.
Un documento di primaria importanza, dunque, quello siglato di recente a Provaglio d’Iseo (Brescia) dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, dal presidente della Coldiretti regionale Ettore Prandini e dai ministri all’Agricoltura Maurizio Martina e all’ambiente Gian Luca Galletti nell’ambito del forum “Made in Italy dopo Expo 2015”.
Il piano prevede che nelle prime settimane del nuovo anno il Governo emetta un decreto per la ridefinizione delle zone vulnerabili, dopo il quale le Regioni avranno 30 giorni per disegnare la nuova mappa di gestione degli effluenti da allevamento.
“Si tratta di un passo importante per la salvezza di un settore fondamentale per l’economica lombarda e per lo stesso territorio prealpino, dove la zootecnia è un elemento strategico per l’economia agricola e non solo” spiegano Fernando Fiori e Francesco Renzoni, presidente e direttore di Coldiretti Varese.
“In un anno, 27 stalle sono scomparse nell’area prealpina. E nell’intera Lombardia, nello stesso periodo, ben 160 imprese zootecniche hanno chiuso: dobbiamo quindi evitare che centinaia di aziende in tutto il nord Italia vedano messo a rischio il loro futuro, con contraccolpi drammatici sia sui livelli occupazionali che sulla produzione agricola”
In Lombardia, infatti, dove si munge il 40 per cento di tutto il latte italiano e dove si alleva la metà di tutti i suini a livello nazionale, le stalle di bovini e suini sono passate – secondo gli ultimi dati dell’Anagrafe zootecnica analizzati da Coldiretti – da 24.422 a 24.262: con un calo medio di 13 al mese.
Come detto, in provincia di Varese le stalle sono passate da 1085 (anno 2013) a 1058 (anno 2014) con un saldo negativo di 27 unità.
“La mancata revisione delle zone vulnerabili sarebbe un colpo mortale – spiega il presidente di Coldiretti Lombardia Prandini – anche perché gli ultimi studi dimostrano che l’agricoltura ha un impatto di appena il 10 per cento sulle falde, tutto il resto deriva da scarichi industriali e residenziali.
La verità è che l’espansione edilizia degli ultimi anni ha non solo consumato suolo, ma anche stravolto gli equilibri ambientali dei nostri territori. E adesso una mappa vecchia di 20 anni rischia di danneggiare la nostra economia mettendo in ginocchio la zootecnia senza per questo risolvere il problema”.
La situazione è di un generale calo in particolare nelle province a maggiore vocazione zootecnica: diminuzione causata da chiusure, accorpamenti, ristrutturazioni parziali dell’attività con la chiusura dell’allevamento e la continuità con la coltivazione dei terreni.
15 Dicembre 2014
ZOOTECNIA, IN UN ANNO NEL VARESOTTO PERSE 27 STALLE