14 Luglio 2011
Tsunami di grandine fra Varese, Como e Lecco

Serre sventrate, frutti di bosco distrutti, piante spezzate e agricoltori in lacrime. La grandine che ha colpito ieri sera la fascia prealpina della Lombardia fra Varese, Como e Lecco non ha risparmiato nulla. La Coldiretti sta facendo il primo report dei danni per chiedere lo stato di calamità naturale.

“Era come uno tsunami di grandine, arrivava da tutte le parti, con chicchi grossi come noci, ha bucato i teli, rotto i vetri, falciato i prati, non ha risparmiato nulla. Non sapevamo più da che parte girarci. E’ durato un quarto d’ora, iniziando verso le sette di sera: il cielo che è venuto scuro all’improvviso e si è scatenato l’inferno. Ho sentito al telefono i nostri soci per capire l’entità del disastro, alcuni sono scoppiati a piangere mentre me lo raccontavano” spiega Fernando Fiori, Presidente della Coldiretti di Varese. Anche i suoi vivai sono stati investiti dal bombardamento di ghiaccio.

“Tutti ci hanno detto di non aver mai visto nulla di simile – aggiunge Fortunato Trezzi, Presidente della Coldiretti di Como-Lecco (il maltempo ha colpito anche la sua azienda di Alzate) -  La bufera che si è abbattuta sul Canturino, sull’Erbese, sulla Bassa Comasca e in Val d’Intelvi ha distrutto mais, fieno, soia, piante ornamentali, ortaggi, piccoli frutti, serre e coperture di capannoni. Stiamo completando la stima dei danni per valutare l’attivazione delle misure per la calamità naturale”.

In provincia di Varese il maltempo non ha risparmiato mais, cereali, frutteti, vigneti (nei comuni di Angera e Ranco). Le zone più colpite sono state quelle a sud e a sud ovest di Varese: Azzate, Inarzo, Galliate lombardo, Crosio della Valle, Mornago, Buguggiate, Daverio, Casale Litta, Casciago e Luvinate, Angera, Ranco, Ispra e Cadrezzate e le valli a nord della Provincia (Arcisate, Induno Olona, Cuasso al Monte, Marzio, Brenta e Cittiglio). Perso fino al 50 per cento del raccolto.

Nel Comasco la zona più colpita è quella dell’Erbese (Orsenigo, Albese, Albavilla,  Alzate, Mariano, Lambrugo, Inverigo, Erba, Pontelambro, Castelmarte, Proserpio, Caslino): ci sono punte di oltre il 35% di danno al mais, i campi di prato ed erba medica sono stati falciati dal ghiacchio, molti vivaisti hanno visto andare in fumo il 30% delle piante ornamentali, il raccolto di mirtilli e lamponi è stato distrutto, i teli dei tunnel sono ridotti a colabrodo e le coperture delle serre sono state compromesse.

Non è diversa la situazione nel Canturino (Cantù, Vertemate, Capiago, Cucciago) e nella Bassa Comasca (Cadorago, Fino M., Lomazzo, Fenegrò, Mozzate), dove qualche azienda denuncia anche danni alla famosa Biancona, la tipica patata della provincia che recentemente ha ottenuto il riconoscimento di  prodotto tradizionale lombardo. In provincia di Lecco colpiti i comuni di Costa M. e Bosisio P. Qualche danno anche sulle montagne del versante comasco del lago. Dopo la frana di Brienno della scorsa settimana, in val D’Intelvi un agriturismo è stato isolato a seguito degli allagamenti e una mula è stata colpita da un fulmine ed è morta

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