Produttori di mais in allerta per la presenza, in provincia di Varese, della Diabrotica Virgifera Virgifera LeConte: si tratta del cosiddetto “killer del mais”, che è tornato a devastare il territorio lariano.
“Ne sono stati scoperti esemplari in una delle zone monitorate del nostro comprensorio, ovvero Busto Arsizio” sottolinea il presidente di Coldiretti Varese, Fernando Fiori. “Ma in realtà, si tratta di una presenza diffusa in ampie aree della Lombardia, come confermano gli analoghi rilievi effettuati a Vertemate con Minoprio (Como), da Castello d’Agogna (Pavia) a Casalbuttano (Cremona), da Cavenago d’Adda (Lodi) a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi), da Gonzaga (Mantova) a Chiari (Brescia)”.
La pioggia delle scorse settimane ha rallentato lo sviluppo delle larve – spiega la Coldiretti– ma ha differito nel tempo anche le semine, che stanno iniziando in ritardo: il risultato? le piantine del mais con le radici ancora giovani rischiano di trovarsi in balia di una popolazione di killer affamata e vitale.
Anche il Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia conferma che il numero delle larve è destinato a salire “e se le prime nate in questi giorni moriranno per non aver trovato da mangiare, quelle nate nelle prossime settimane saranno in grado di attaccare le colture più giovani”.
Il killer del mais le uova verso maggio e le larve si nutrono delle radici delle piante che, una volta mangiate, crollano a terra come fossero state spianate da una ruspa invisibile.
A quel punto gli individui adulti partono all’attacco delle spighe.
L’assalto prosegue per tutto giugno e luglio, con la trasformazione delle larve in farfalle che a loro volta diffondono le uova in altri terreni. In Italia il parassita è stato segnalato per la prima volta nel 1998 in Veneto, mentre il debutto in Lombardia risale al 2002 nelle zone di Varese e Como.
Da allora l’invasione è proseguita a macchia d’olio a una velocità dai 40 e gli 80 chilometri all’anno, fino a toccare la maggior parte della fascia centrale e meridionale della Lombardia, una delle aree più colpite del nord Italia.
L’insetto vettore della Diabrotica è un parassita da non sottovalutare visto che minaccia una coltura strategica come il mais che, presente su oltre 350 mila ettari di territorio, serve come foraggio al sistema zootecnico lombardo che produce il 40 per cento di tutto il latte italiano, circa 4 milioni e mezzo di tonnellate su 10 milioni e mezzo.
Un flagello che si aggiunge alle continue invasioni dei cinghiali e degli animali selvatici nei campi della “Bassa” e ai danni provocati dal maltempo di queste settimane, come conferma il direttore della Coldiretti Francesco Renzoni: “Purtroppo non c’è raccolto che non sia compromesso: dal mais alla soia, dall’orzo al fieno”.