7 Luglio 2012
Lonate Pozzolo, agricoltori mobilitati contro la strada dissestata

Cinque imprese agricole in difficoltà per colpa di una strada dissestata, dove la possibilità di passaggio è resa impossibile per i mezzi di larghezza di 3 metri o più. Succede anche questo nella modernissima pianura lombarda, a due passi dall’aeroporto internazionale della Malpensa.
Protagonisti, loro malgrado, sei imprenditori agricoli di Lonate Pozzolo e dei comuni vicini, che da quasi due anni non riescono a percorrere con trattori e trebbiatrici il chilometro di strada (sito in comune di Lonate) che li separa dai loro fondi rurali.
L’unica soluzione? Un improbabile tour tra le campagne della Bassa varesina per un totale di 10 chilometri andata-ritorno.
Per loro parla Alessandro Testa, giovane imprenditore trentanovenne che, oltre a produrre cereali ed allevare 30 capi bovini in stalla, si è messo bene in testa un principio: quello di non darsi per vinto e lottare per fare valere il suo diritto a “fare l’agricoltore”.
Carta e penna alla mano, Testa inizia a scrivere al Comune nell’ormai lontano 2010 un’istanza per richiedere un intervento di manutenzione del fondo stradale della via Lungarno, strada comunale sulla quale insiste la medesima impresa da lui condotta, (la Valticino): è l’11 agosto 2010 e, immediatamente il giorno successivo, al Comune di Lonate Pozzolo viene inviata una seconda missiva da parte di Coldiretti Varese – subito interessatasi al problema – con la segnalazione della situazione di grave difficoltà imprenditoriale dell’azienda Valticino stessa.
Una seconda lettera è spedita il 10 agosto 2011, al fine di ottenere la definitiva sistemazione della via in oggetto, con allegati i documenti comprovanti la situazione di criticità e pericolosità della sede stradale.
Ma i disagi e i danni all’attività agricola sono proseguiti sino ai giorni nostri e persino peggiorati nei mesi scorsi (in particolare per le esondazioni frequenti dei vicini corsi d’acqua).
“Ad oggi i risultati ottenuti sono stati davvero pochi” dice Testa “e riassumibili in ogni caso in pochi interventi urgenti che, a far data dallo scorso mese di aprile, permettono finalmente ai nostri trattori di passare, pur con difficoltà. Ma per le trebbiatrici ancora nulla da fare. Non possiamo permetterci di fare agricoltura in queste condizioni, chiediamo solo che vengano fatti salvi i nostri diritti di lavorare e produrre. L’agricoltura è importante per il nostro futuro e dev’esserlo ancor più in un’area – come quella lombarda occidentale – interessata da grandi interventi infrastrutturali e di urbanizzazione”.

“Per parte nostra, il 19 marzo scorso abbiamo scritto una lettera di diffida e messa in mora nei confronti del Comune, sollecitando una risposta scritta e ufficiale alle richieste effettuate, non avendo ricevuto riscontro” dice il direttore di Coldiretti Varese, Francesco Renzoni.
“Comprendiamo che il problema è complesso e comporta interventi strutturali, ma proprio per questo chiediamo al Comune di ragionarci su insieme: di certo, attendiamo almeno una risposta: dopo sette mesi di attesa, sarebbe il primo passo verso la soluzione del problema”.

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