14 Novembre 2011
GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

Si terrà quest’anno a Lonate Pozzolo la Giornata del Ringraziamento Provinciale su iniziativa di Coldiretti Varese e della locale sezione dei coltivatori.
L’appuntamento della tradizione rurale, che si rinnova ormai da più di 50 anni nelle nostre campagne, è per Domenica 20 novembre 2011 ed avrà  a tema una riflessione proposta da  Papa Benedetto XVI “ Solo con Dio c’è futuro nelle nostre campagne”.
Il Raduno trattori e macchine agricole è fissato per le ore 10,30 in P.za del Mercato a Lonate Pozzolo, mentre alle ore 11.15 nella Chiesa Parrocchiale Sant’Ambrogio di Lonate il Vicario Episcopale di Varese Mons. Luigi Stucchi  celebrerà la S. Messa.
Al termine della celebrazione eucaristica è prevista una sfilata folkloristica ed il corteo dei trattori e delle macchine agricole, con la benedizione finale dei mezzi. La festa proseguirà poi con il Pranzo a km 0 del ‘Contadino Varesino’.
L’evento costituisce da sempre l’occasione per i coltivatori diretti e le loro famiglie di rendere grazie al Signore, insieme a  tutta la  comunità, dei frutti raccolti durante l’annata agraria.
 “La Giornata del Ringraziamento – sottolinea Fernando Fiori, presidente della Coldiretti di Varese – rappresenta tradizionalmente un momento di festa significativo, che giunge però quest’anno a conclusione di un annata agraria segnata dalle conseguenze della crisi economica generale, che ha toccato anche la nostra agricoltura varesina”.
Tuttavia è una ulteriore opportunità per rafforzare lo stretto legame tra agricoltura e territorio e per riflettere sul vitale ruolo dell’agricoltura nel contesto economico e sociale.
E nel Messaggio della Conferenza Episcopale per la Giornata del Ringraziamento 2011 si ritrovano auspici ed indicazione per un rilancio dello sviluppo dell’agricoltura. “ Se la terra sarà amata come dono gratuito di Dio Padre, sarà anche custodita da imprenditori agricoli intelligenti e attivi, capaci di speranza, pronti a investire, per “intraprendere” anche con notevoli rischi economici – scrive la Conferenza Episcopale -. Vorremmo, in particolare, esprimere la nostra ammirazione e benedire l’opera di quei giovani imprenditori, che hanno scelto di ritornare alla terra, nel lavoro agricolo……... È consolante constatare che proprio nell’agricoltura le nuove leve stanno ritrovando dignità e forza. È anche evidente che, in una crisi tanto dura, non dovranno certo essere le campagne a pagare il prezzo più alto”

Messaggio per la Giornata del Ringraziamento
Ancora una volta ci è concesso di elevare a Dio, Padre provvidente, un inno vivissimo di lode per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo, celebrando l’annuale Giornata del ringraziamento.
Ringraziare è sempre un gesto alto e bello, che nobilita chi lo compie. Per noi è un atto doveroso, soprattutto al termine di un anno agricolo segnato dalle conseguenze di una grave crisi economica e finanziaria, ma anche gravido di quella speranza che sgorga dal primato che riconosciamo a Dio solo.
Per questo, abbiamo scelto come titolo di questa Giornata un’espressione evocativa, che ci rimanda al dialogo serrato che il Papa Benedetto XVI ha sviluppato nel suo recente viaggio in Germania: «Solo con Dio c’è futuro», anche nelle nostre campagne! Solo con Dio, infatti, c’è il gusto del lavoro. Solo con lui il sudore della fronte è asciugato da mani solidali.
Dio entra così nelle nostre fatiche, si fa compagno di strada di ogni nostro passo, verso mete di luminosa speranza.
Nelle nostre terre, in ogni angolo d’Italia, ne sono segno perenne le tante le pievi di campagna: sono chiese semplici, belle, a misura d’uomo.
Per secoli sono state compagne di viaggio nelle mille vicende, segnate dalla fatica e dalla speranza, del nostro vivere sociale.
Queste pievi, amate e curate, testimoniano che Dio è lo sposo fedele delle nostre terre. Ci dicono con eloquenza che noi apparteniamo a lui, che con Dio possiamo davvero aspirare a un futuro di benessere e di forza. Vere catechesi di bellezza, ci ricordano che Dio va messo al primo posto, perché solo allora ogni altra realtà sta al suo giusto posto.
Quando, invece, non c’è Dio nella vita delle nostre campagne, anche il pane non solo non ci sazia, ma anzi si trasforma in pietra, pesante e rude.
Quando viviamo nell’egoismo, nella chiusura del cuore e delle mani, nel latifondo e nei respingimenti, nell’inquinamento delle terre, nella speculazione sul grano, nel lavoro nero degli immigrati, il nostro pane diventa pietra e serve a innalzare muri tetri e invalicabili.
Al contrario, se con la forza del Vangelo e la chiarezza della dottrina sociale della Chiesa sapremo porre Dio al vertice di ogni nostra fatica, allora ogni lavoro diverrà pane che sazia, le nostre mani si apriranno all’accoglienza fraterna e gli immigrati saranno accolti e rispettati nella loro dignità di persone.
Così il grano biondeggerà sulle nostre colline, per farsi pane condiviso, offerto al cielo da comunità ospitali e vivaci, fedelmente vicine alla gente dei campi e delle montagne.
Se la terra sarà amata come dono gratuito di Dio Padre, sarà anche custodita da imprenditori agricoli intelligenti e attivi, capaci di speranza, pronti a investire, per “intraprendere” anche con notevoli rischi economici. Vorremmo, in particolare, esprimere la nostra ammirazione e benedire l’opera di quei giovani imprenditori che hanno scelto di ritornare alla terra, nel lavoro agricolo. Essi sono cresciuti più del sei per cento in tutta Italia, indice di un riscoperto amore alla terra, scelta per vocazione e non per costrizione. È consolante constatare che proprio nell’agricoltura le nuove leve stanno ritrovando dignità e forza.
Non basta, però, ammirare chi investe nella terra. Questi giovani vanno aiutati e accompagnati, a cominciare da un chiaro impegno educativo, nella linea degli Orientamenti pastorali per il decennio Educare alla vita buona del vangelo. È un impegno che parte dalla scuola, dove si apprende la stima per ogni arte e ogni impiego. Tutti i lavori hanno pari dignità, perché è l’uomo a dare dignità al lavoro e non il lavoro a rendere grande l’uomo: il lavoro, infatti, è fatto per l’uomo!
In quest’azione di sostegno e promozione, è decisivo il ruolo degli istituti di credito: pensiamo, in particolare, alla nobile tradizione delle casse rurali, oggi banche di credito cooperativo, nate all’interno delle comunità ecclesiali e che tanto hanno giovato a trasformare le campagne, costituendone un elemento di garanzia e di sviluppo sociale, economico e culturale (cfr Frutto della terra e del nostro lavoro, n. 17).
È anche evidente che, in una crisi tanto dura, non dovranno certo essere le campagne a pagare il prezzo più alto. Per questo va rilanciata la cooperazione, perla di autentica crescita in tante terre d’Italia.
Dio, Padre provvidente, ci doni stagioni ricche di frutti e terre benedette, perché non manchi mai il pane fragrante sulle nostre mense e il pane del cielo nelle nostre chiese.
Roma, 4 ottobre 2011

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