“Sant’Antonio Abate è un momento centrale per l’agricoltura: una festa di tradizione e fede, certo, ma anche e soprattutto l’occasione di tracciare un bilancio sull’annata agricola da poco conclusa ed intensificare il confronto con le nostre imprese per analizzare le tematiche più attuali e programmare il futuro”.
Così Coldiretti Varese - come anticipa il presidente Fernando Fiori -si appresta a vivere la festa patronale del mondo agricolo che domani, martedì 17 gennaio, ricorderà la figura del santo protettore delle campagne.
I dirigenti della Coldiretti provinciale vivranno la giornata di Sant’Antonio Abate a contatto con le imprese, nelle rispettive zone territoriali e attraverso le molte ricorrenze in programma: la festa, infatti, è particolarmente sentita tutti i borghi rurali prealpini, “forza del nostro territorio rurale”.
FESTA RURALE TRA CAMPAGNA E CITTA’
L’elenco delle celebrazioni, dunque, interessa tutte le parrocchie, con momenti di festa più intensi (il ritrovo dei trattori, la benedizione degli animali e delle macchine agricole, il pranzo comunitario) proprio nei paesi in cui ancor oggi è più viva e marcata la tradizione rurale: particolare sarà, ad esempio, nella chiesa alla Motta che è dedicata proprio a Sant’Antonio Abate e dove le celebrazioni, già oggi, sono anticipate dalla Messa serale alle 18, dal tradizionale falò di Sant’Antonio e dalla festa presso l’oratorio di San Vittore.
Domani (martedì 17), a mezzogiorno, è invece prevista la benedizione degli animali e dei pani: cadendo di martedì, la festività ha avuto importanti ‘anticipazioni’ (come il corteo storico di ieri, domenica 15, a Saronno, dove sorge la chiesetta dedicata al santo di origine trecentesca), così come sono diverse le occasioni di festa che saranno posticipate a domenica prossima.
In ogni caso, l’occasione vuol essere una giornata speciale, per festeggiare l’agricoltura e gli animali di fattoria, ma anche quelli d’affezione presenti nelle case dei cittadini: le celebrazioni dedicate a Sant’Antonio Abate interessano tutte le parrocchie, con momenti religiosi e di festa più intensi (il ritrovo dei trattori, la benedizione degli animali e delle macchine agricole, il pranzo comunitario) proprio nei paesi in cui ancor oggi è più viva e marcata la tradizione, che un tempo si concretizzava anche con l’accensione dei grandi falò nei paesi e nelle cascine più grandi.
Anche nelle fattorie, infatti, in quel giorno di pausa dai lavori di preparazione dei campi era festa grande: al mattino passava il parroco a benedire lavoratori, stalla e animali, poi si faceva festa e si preparava alla sera l’accensione del fuoco.