2 Ottobre 2012
COLDIRETTI VARESE: NON SI FERMA LA CRISI PER IL PREZZO DEL LATTE

Oltre 100 imprese a rischio in provincia per il perdurare della crisi nel settore lattiero caseario: e le prospettive non sono buone, “perché – come sottolinea il presidente della Coldiretti provinciale Fernando Fioriogni tentativo di dialogo sta trovando la netta opposizione della parte industriale”.
Come sottolinea il presidente, “non c’è nessuna intenzione, per parte nostra, di assistere impotenti all’agonia di un settore: se i risultati tarderanno ad arrivare, metteremo in atto ogni mobilitazione possibile per mettere in chiaro le cose, ovvero che senza la zootecnia da latte le nostre province – e, più in generale, l’agricoltura lombarda – non hanno prospettive”.
           
Le dichiarazioni di Fiori giungono a stretto giro di posta dopo che il presidente regionale, Ettore Prandini, aveva lanciato l’allarme: “Rispetto allo scorso anno – spiega  il presidente – le spese di gestione sono aumentate di quasi il 40% mentre il prezzo di un litro di latte riconosciuto alla stalla è fermo a 38 centesimi: un prezzo che, con l’esplosione dei costi di produzione nell’ultimo periodo, non è davvero più sostenibile.
Viviamo una situazione che rischia di far chiudere decine di aziende agricole.
Se è ciò che l’industria vuole, in un momento di crisi come questo, allora lo dica chiaramente e se ne assuma la responsabilità”.
Sale dunque la tensione sul prezzo del latte, e anche in provincia di Varese – come nell’intera Lombardia - monta la rabbia degli allevatori stretti fra crisi economica e boom dei costi.

Nella nostra regione, dove si munge il 40% del latte italiano, le imprese agricole attive nel settore sono circa 6.400 ma quelle che conferiscono ai primi acquirenti (cooperative e industrie di trasformazione) sono già scese sotto la soglia delle cinquemila. “Se andiamo avanti così – aggiunge il presidente regionale Prandini – rischiamo la desertificazione della zootecnia della pianura padana, con perdite sia economiche che di posti di lavoro”.
Almeno 18 mila persone, fra titolari e dipendenti – stima la Coldiretti Lombardia – lavorano negli allevamenti da latte della regione.
“Le nostre aziende – spiega Prandini – stanno facendo i salti mortali per riuscire a restare in piedi, ma la rabbia aumenta quando si vede che a fronte di una quotazione del latte alla stalla ormai molto sotto i costi di produzione, per i consumatori i prezzi degli alimentari al dettaglio non si sono affatto abbassati. Si stanno mettendo in ginocchio famiglie e settore produttivo. Non si può andare avanti così”.
Per questo – spiega la Coldiretti Lombardia – dopo colloqui per adesso infruttuosi con le industrie di trasformazione, gli allevatori stanno pianificando mobilitazioni e iniziative di protesta. “Quando c’è la crisi o si lavora tutti insieme per salvarsi oppure il sistema crolla – conclude Prandini – ed è quello che si rischia con le stalle da latte se la situazione non verrà sbloccata”.

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