VARESE – Bene la pioggia sui boschi del comprensorio prealpino, dopo una lunga fase siccitosa che ha alimentato gli incendi protrattisi per giorni dall’inizio del nuovo anno, prima sulla Martica, quindi in Valganna: sono andati in fumo oltre 450 ettari, e si stima che ci vorranno oltre 15 anni per veder ricrescere il bosco laddove è stato distrutto.
La superficie boschiva nel Varesotto occupa circa 55.176 ettari (dato 2016: erano 54.645 nel 2007), e risulta in crescita costante: nonostante risulti fra le aree più urbanizzate della Regione e del Paese, è una delle province lombarde dove la superficie di bosco è maggiormente incisiva rispetto alla superficie totale (il territorio della provincia è di 1.198 km2), ovvero pari al 46,1% (quasi il doppio dell’incisività regionale, che è del 26,4%).
Tale indice di boscosità pone il Varesotto sul “podio regionale” delle province più boscate in Lombardia, preceduto solo da Lecco (52%) e Como (49,8%).
“Va tuttavia precisato che la crescita delle superfici boscate è, in primis, frutto dell’abbandono dei terreni marginali non più coltivati per mancanza di redditività: ciò costituisce un grosso pericolo perché, come purtroppo si è visto, favorisce gli incendi e i disastri ambientali che si possono essere evitati proprio “coltivando” il bosco, e ciò sottolinea ancor più l’importanza del lavoro delle imprese che operano in ambito agroforestale” spiega il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori.
“Il bosco è una risorsa fortemente connessa allo sviluppo delle filiere e alla continuità imprenditoriale nel settore, oggi assicurata da generazioni di giovani boscaioli che costituiscono soggetti indispensabili alla “cura del bosco” nel settentrione lombardo e, in particolare, nel Varesotto: proprio per evidenziare questa peculiarità, abbiamo creato lo scorso ottobre l’evento “Il Bosco in Città”, contraddistinto da un grandissimo successo di pubblico, che ripeteremo il prossimo autunno nella città capoluogo”.
Il bosco, per il territorio varesino, ha sempre rappresentato una risorsa di imprescindibile importanza sotto il profilo economico: e si tratta di una risorsa rinnovabile, come dimostra il fatto che, ad oggi, sul territorio della nostra provincia il taglio boschivo è di gran lunga inferiore alla capacità di crescita dello stesso: di fatto, i boschi sono quindi in estensione e rappresenteranno, anche per gli anni futuri, una risorsa con cui interagire, “coltivandola” e “coltivando” con essa le possibilità di sviluppo per le imprese che operano nel segmento agroforestale
La provincia di Varese è il comprensorio lombardo con il maggior numero di imprese boschive iscritte all’albo regionale: sono 70 (seguono Brescia con 58, Bergamo con 45, Como con 44): altresì, si riconferma essere la provincia con il maggior numero di lavoratori nel comparto (il 22% del totale degli addetti dichiarati su scala regionale, pari attualmente a 163 dipendenti).
