4 Febbraio 2021
AOP UNOLOMBARDIA, progetti di ricerca cofinanziato dal FEASR con l’operazione 16.2.01 “Progetti pilota e sviluppo di innovazione”

 

Programma di sviluppo rurale 2014-2020 di Regione Lombardia Operazione 16.10.01 Progetti Integrati di Filiera
Intervento cofinanziato dal FEASR con l’operazione 16.2.01
Progetto integrato della filiera di produzione, lavorazione e vendita dei prodotti orticoli ad Alto Contenuto di Servizio

Capofila AOP UNOLOMBARDIA sacarl

Diffusione dei risultati sulla Ricerca dei Progetti Pilota Sviluppo e Innovazione

   L'Europa grazie ai finanziamenti di cui al FEASR, attraverso le Regioni
investe nelle zone rurali somme importanti per favorirne lo sviluppo e l'innovazione.

Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale della REGIONE LOMBARDIA 2014 – 2020 "Progetti Pilota e Sviluppo di Innovazione", l’ AOPUNOLOMBARDIA, sull’Op.ne 16.10.1- Misura 16 - Sottomisura 16.2.01- nell’ambito del Progetto integrato della filiera di produzione, lavorazione e vendita dei prodotti orticoli ad alto contenuto di servizio, ha sviluppato con il fondamentale apporto dei Dipartimenti Scientifici – dell'Università degli Studi di Pavia e dell'Università degli Studi di Milano i seguenti progetti:

-           NUTRACEUTICA: RECUPERO DI SOSTANZE A FUNZIONE NUTRACEUTICA/COSMECEUTICA DA SCARTI VEGETALI NORMALMENTE DESTINATI ALLO SMALTIMENTO; FASE 2: VERIFICA DELLE PERFORMANCE DELL’ESTRAZIONE EFFETTUATA CON IMPIANTO PILOTA SPERIMENTALE DEDICATO –  Costituito ATS  tra i partner Aopunolombardia sacarl – Capofila;  Università degli Studi di Pavia - Partner scientifico; Op Ortonatura sacarl – Partner;  Op Sole e Rugiada sacpa -  Partner;  Op Oasi  Partner;  Op Isola Verde - Partner

-          PRO.VIR.VE: PROTOCOLLI OPERATIVI DI LOTTA INTEGRATA E BIOLOGICA PER ILCONTENIMENTO DI TOMATO SPOTTED WILT VIRUS (TSWV) E TRIPIDI VETTORI SU INSALATE DELLA FILIERA DI IV GAMMA– Costituito ATS  tra i partner Aopunolombardia sacarl – Capofila; Università degli Studi di Milano - Partner scientifico; Op Ortonatura sacarl – Partner;  Op Sole e Rugiada sacpa -  Partner;  Op Oasi – Partner; - Op Isola Verde – Partner;  Az.Agr. Agripoli ss Partner;  Az.Agr. Punto Verde ss Partner

 

L’AOP UNOLOMBARDIA, UNITAMENTE AI PROPRI PARTNERS, HA PRESENTATO AL MONDO AGRICOLO LOMBARDO, E NON SOLO, GLI IMPORTANTI RISULTATI DEI PROGETTI SOPRACITATI.

 

Iniziativa realizzata nell’ambito del progetto integrato di filiera «Progetto integrato della filiera di produzione, lavorazione e vendita dei prodotti orticoli ad alto contenuto di servizio» capofila AOPUNOLOMBARDIA, cofinanziato dal FEASR  (Op.ne 16.10.1 - Misura 16 - Sottomisura 16.2.01 PSR REGIONE LOMBARDIA 2014-2020 – Autorità di Gestione: Regione Lombardia)

 

Comunicato Stampa

Si è recentemente concluso il progetto di ricerca “Nutraceutica”, un intervento cofinanziato dal FEASR con l’operazione 16.2.01 “Progetti pilota e sviluppo di innovazione” nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia 2014 – 2020 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali. Il progetto è stato reso possibile grazie alla costituzione di una Associazione Temporanea di Scopo tra il Capofila AOP UNOLOMBARDIA sac a rl, Ortonatura, Sole e Rugiada, O.P. Oasi, O.P. Isola Verde e l’ente accademico Università degli Studi di Pavia. Presso l’ente accademico sono stati messi a disposizione spazi e competenze dei gruppi di ricerca di Farmacologia, Farmacobiochimica, Nutrizione, Nutraceutica, Biochimica Vegetale e Genetica dei Microrganismi del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “L. Spallanzani” per la realizzazione del progetto e per la costruzione dell’impianto pilota, allo scopo di valutare la fattibilità di riutilizzo, tramite un processo verificato, di quanto oggi viene considerato rifiuto di lavorazione/produzione o da sovra produzione. Partendo da un prodotto vegetale con filiera certificata, a valle della preparazione del prodotto, sia che esso sia venduto in I, IV o V Gamma, lo scarto di lavorazione può essere un semilavorato e non un rifiuto organico/speciale. Esistono processi produttivi già consolidati tecnologicamente che consentono di ottenere estratti, utili in settori diversi (alimentare-integratori alimentari, alimenti particolari; cosmetico; farmaceutico; dei dispositivi medici), a partire da materiale vegetale. In particolare, durante lo svolgimento del lavoro, si è messo a punto un processo estrattivo sostenibile da un punto di vista di impatto ambientale, che ha permesso anche di verificare aspetti economico scientifici a sostegno dell’utilizzo di una parte o di tutti i prodotti di scarto generati lungo tutta la filiera agro-alimentare, a supporto di produttori, quali i soci di AOP UNOLOMBARDIA, nella diversificazione e utilizzo di una parte o tutti i prodotti di scarto generati. I risultati ottenuti alla conclusione del progetto hanno evidenziato la possibilità di ottimizzare la filiera agro-alimentare rendendo competitivo, da un punto di vista economico, scientifico ed ecologico l’imponente scarto derivante dalla lavorazione dei prodotti vegetali di differenti Gamme. Lo scarto è valorizzato trasformandolo da peso economico in sostanze estratte, nominate “bioactive compounds”, con valore nutraceutico e/o cosmeceutico e con un Mercato in forte espansione. Esempi di bioactive compounds, scelti per il loro elevato valore commerciale oltre che per le loro peculiari attività biologiche (e.g. antiossidante, foto-protezione), estraibili da diverse parti di scarto (e.g. buccia e torsolo) e a diversi livelli di maturazione dei campioni vegetali, sono: licopene dal pomodoro; florizina dalla mela; arbutina dalla pera; acido ursolico da mela e pera; luteina dalle erbette, dal porro e dalla rucola; lattucina e lattucopicrina dalla catalogna; acido clorogenico e canferolo dal porro; sulforafane dai broccoli. L’estrazione e la purificazione dei bioactive compounds da scarti vegetali risulta quindi essere una grande innovazione, in particolar modo se poi traslato su scala industriale. Inoltre, la ricerca in questo campo porta frequentemente alla individuazione ed identificazione di nuovi composti con potenziali proprietà nutrizionali, nutraceutiche e cosmeceutiche e la possibilità di estrazione da altre fonti.

A seguito della segnalazione nel 2017 di cicorie infette da Tomato spotted wilt virus (TSWV), virus che causa riduzione della crescita nelle piante, appassimenti e macchie clorotiche che evolvono in necrosi, in due aziende agricole della provincia di Brescia operanti nella filiera delle insalate di IV Gamma, è stato possibile grazie alla costituzione di una Associazione Temporanea di Scopo tra il Capofila AOP UNOLOMBARDIA sac a rl, Ortonatura, O.P. Sole e Rugiada, O.P. Oasi, O.P. Isola Verde, Az. Agr. Agripoli SS, Az. Agr. Punto Verde ss  e l’Ente Accademico Università degli Studi di Milano, far nascere, avviare e realizzare il progetto, cofinanziato da FEASR, denominato PRO.VIR.VE: PROTOCOLLI OPERATIVI DI LOTTA INTEGRATA E BIOLOGICA PER IL CONTENIMENTO DI TOMATO SPOTTED WILT VIRUS (TSWV) E TRIPIDI VETTORI SU INSALATE DELLA FILIERA DI IV GAMMA presentato a valere sulla misura 16.2.01 del PSR 2014-2020 di Regione Lombardia nell’ambito del Progetto integrato della filiera di produzione, lavorazione e vendita dei prodotti orticoli ad Alto Contenuto di Servizio avente per capofila AOP UNOLOMBARDIA.

Scopo del progetto di ricerca è stato quello di mettere a punto e valutare un protocollo a basso impatto ambientale per il contenimento del virus nelle coltivazioni di insalate a pieno campo sia con metodo biologico che a lotta integrata.

Tra i protocolli a basso impatto ambientale sperimentati vi è stato quello delle “flower strip”, consistente nel seminare, ai bordi degli appezzamenti, fasce fiorite sulle quali sono stati distribuiti i predatori di tripidi Amblyseius swirskii e Orius laevigatus. In campo invece, i protocolli a basso impatto ambientale studiati, sono stati effettuati i trattamenti con nematodi entomopatogeni Steinernema feltiae e con l’acaro predatore Neoseiulus cucumeris, entrambi utili al contenimento dei vettori di TSWV. Si è inoltre testato l’utilizzo di uno strumento semplice come il lateral flow per il rilevamento precoce di TSWV, applicato sia all’arrivo delle piantine da vivaio ma anche in campo per identificare immediatamente la presenza del virus.

La valutazione dell’efficacia di tali protocolli, è stata svolta mediante le seguenti tecniche:

  • Monitoraggio dei tripidi con trappole cromotropiche blu e gialle;
  • Valutazione della presenza del patogeno in campo tramite strumenti di diagnostica rapida lateral flow;
  • Analisi sierologiche e molecolari (PCR e qPCR) condotte in laboratorio su campioni di insalata e piante spontanee raccolte in campo;
  • Sequenziamento NGS, mediante tecnologia Illumina, di campioni di suolo prelevati nelle aziende per monitorarne la biodiversità.

I risultati ottenuti indicano un’efficacia poco costante delle fasce fiorite nel controllo di tripidi, da attribuirsi alla ridotta presenza di fiori nei mesi più caldi e alla conseguente riduzione della vitalità dei predatori dovuta alla mancanza di polline. Analogamente, anche la distribuzione di Amblyseius swirskii e Orius laevigatus ha dato risultati altalenanti.

I nematodi entomopatogeni Steinernema feltiae distribuiti per ridurre la popolazione di vettori, hanno mostrato una buona persistenza nel terreno a seguito del trattamento, non sufficiente, tuttavia, per il controllo di tripidi. Risultati poco significativi sono stati osservati anche in relazione all’acaro predatore Neoseiulus cucumeris distribuito in campo in corrispondenza dei nematodi.

Oltre ai fattori precedentemente indicati, è stata osservata una relazione significativa tra la crescita del numero di tripidi e l’aumento delle temperature, associata anche alla presenza di TSWV in insalate coltivate durante il secondo ciclo. In tale periodo le analisi sierologiche e molecolari effettuate per individuare TSWV hanno infatti permesso di identificare il virus in piante di insalate (Cichorium intybus) e cencio molle (Abutilon theophrasti).

Non è stato invece possibile determinare la presenza di TSWV nei tripidi, e a livello molecolare le specie dei vettori presenti in campo.

Infine, sebbene le analisi Illumina svolte su campioni di suolo, non hanno permesso di rilevare sequenze riconducibili alla famiglia Thripidae, è stato possibile riscontrare OTU riferibili a Rhabditida: questo ordine include S. feltiae e, rispetto ai nematodi totali, rappresentava il 20% delle reads nel campo biologico e il 57% in quello integrato. Va comunque sottolineato che le sequenze relative ai nematodi rappresentavano l’1% del totale.

I risultati ottenuti andrebbero valutati in anni successivi a quello preso in considerazione in quanto le fasce fiorite potrebbero costituire un serbatoio di biodiversità utile al controllo dei vettori di TSWV. Inoltre, la gestione delle fasce fiorite è da rivedere in funzione delle fioriture e non delle necessità aziendali.

Infine va sottolineato che l’utilizzo di uno strumento come il lateral flow per il rilevamento precoce di TSWV si è rilevato molto utile, permettendo di identificare, soprattutto in campo, la presenza del virus con metodologie applicabili anche dai tecnici aziendali.

 

 

 

 

Iniziativa realizzata nell’ambito del progetto integrato di filiera «Progetto integrato della filiera di produzione, lavorazione e vendita dei prodotti orticoli ad alto contenuto di servizio» capofila AOPUNOLOMBARDIA Intervento cofinanziato dal FEASR (Op.ne 16.10.1 - Misura 16 - Sottomisura 16.2.01 PSR REGIONE LOMBARDIA 2014-2020 – Autorità di Gestione: Regione Lombardia)

 

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