C’erano anche i vertici di Coldiretti Varese giovedì scorso a Bruxelles in occasione del primo summit europeo sulla riforma della Politica Agricola promosso a da Coldiretti.
A rappresentare la federazione provinciale il presidente Fernando Fiori e il direttore Francesco Renzoni, che si sono fatti portavoce delle istanze del territorio prealpino nell’importante incontro “E’ stato un momento di confronto importante, inserito nel percorso avviato con le maggiori organizzazioni agricole europee e teso a rafforzare e rendere più efficace una Pac che deve soddisfare sempre meglio i bisogni dei cittadini e degli agricoltori europei, come ha ribadito il presidente nazionale della nostra organizzazione, Sergio Marini”.
All’evento nella capitale europea, non a caso, si è registrata l’importante ed autorevole presenza dei vertici delle principali organizzazioni agricole europee, Fnsea (Francia), Dbv (Germania), IFA (Irlanda) e NFU (Regno Unito) insieme al presidente del Consiglio agricoltura e pesca, Consiglio dell’Unione europea Simon Coveney e al presidente della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, Parlamento europeo Paolo De Castro.
Serve una politica agricola che – come ribadiscono Fiori e Renzoni – “dia maggiore garanzie nell’autoapprovvigionamento alimentare, maggior sicurezza dei cibi, che dia risposte alle istanze dei territori, compresi quelli della nostra provincia prealpina”.
Una politica, come ha rilevato il presidente Marini che deve inoltre fornire risposte alle emergenze sociali, che promuova il ruolo di chi vive di agricoltura, di giovani impegnati nella difesa dei territori, dell’ambiente, della biodiversità, della coesione sociale. E che promuova la cultura, la tradizioni e l’innovazione e che sappia, in una visione comune, valorizzare la distintività dei mille territori europei come patrimonio competitivo per l’intero continente.
“Dobbiamo sapere portare l’UE in Italia e l’Italia in Europa affinchè Bruxelles – ha precisato ancora Marini - sia sempre più il luogo delle visione strategiche e delle scelte strutturali, dove non si ceda più agli egoismi degli stati o alla maniacale intromissione su dettagli che intaccano le culture dei popoli e che spesso alimentano un antieuropeismo che non dovrebbe appartenerci.
Difendere il budget nella riforma della politica agricola in una Europa che ha bisogno di più agricoltura, riequilibrare la ripartizione del bilancio considerando che al momento attuale l’Italia è il primo contribuente netto (in % del Pil) alle politiche comunitarie e adottare una Politica Agricola Comune che consenta ai singoli Paesi di premiare chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile e chi produce cibo” sono alcune delle richieste formulate dal presidente Marini che ha espresso un giudizio sui miglioramento del Parlamento Europeo e del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura su greening, convergenza, pagamenti aggiuntivi ai primi ettari ed in generale sulla maggiore flessibilità lasciata agli Stati Membri.