“Una boccata d’ossigeno per chi ha tenuto duro ed è riuscito a sopravvivere”. Così Fernando Fiori e Francesco Renzoni, presidente e direttore di Coldiretti Varese, commentano l’accordo sul prezzo del latte alla stalla raggiunto per il prossimo trimestre.
“Un primo risultato concreto della mobilitazione che ha coinvolto i nostri allevatori con i presidi nelle industrie e nei supermercati, dove abbiamo trovato il sostegno convinto dei cittadini nella difesa del latte, delle stalle e delle nostre campagne”.
L’intesa sul prezzo del latte alla stalla raggiunta con la multinazionale Lactalis prevede in tutto il Nord per il prossimo trimestre un aumento di 2,1 centesimi al quale vanno aggiunti il centesimo garantito dal Ministero delle Politiche Agricole con aiuti straordinari dell’Unione Europea ma anche le risorse che le regioni lattiere direttamente interessate possono mettere a disposizione se vorranno sostenere gli allevatori delle loro realtà territoriali.
Secondo l’ufficio studi della Coldiretti tra effetti diretti ed indiretti sul mercato nazionale del latte l’accordo porterà almeno 340 milioni di euro su base annua in piu’ nelle stalle italiane, se ci sarà responsabilmente un allineamento di tutti i soggetti industriali presenti sul territorio nazionale.
“Tuttavia – prosegue il direttore Renzoni - la battaglia della Coldiretti continua nelle sedi istituzionali per arrivare al più presto alla corretta identificazione dei prodotti che usano latte italiano con l’indicazione in etichetta, che impedisca di spacciare come Made in Italy il prodotto importato Ciò è di fondamentale importanza per assicurare un futuro alla zootecnia prealpina, un settore più che strategico per la provincia di Varese, che nel recente passato ha pagato caro gli effetti della crisi del settore zootecnico.
“Dobbiamo lavorare sul territorio a stretto contatto con le associazioni di consumatori, perché si possa sempre più riconoscere il prodotto rintracciabile e di qualità” riprende il presidente Fiori.
“Anche l’industria se ne sta accorgendo, e diverse realtà stanno iniziando a indicare la provenienza del latte 100% italiano in determinati prodotti. Ma occorre fare di più, perché siamo solo ai primi risultati di un percorso che continua. L’obiettivo è dare respiro a un settore che aspetta da troppo tempo un’inversione di tendenza. Negli ultimi 11 anni in provincia di Varese ha chiuso oltre un allevamento su tre (-35,3%, da 153 del 2004 a 99 del 2015 )”.