In provincia di Varese si munge meno latte. E si pagano care le conseguenze di una congiuntura che strozza il settore e, nello specifico, gli allevatori. Prova ne è che, in appena dieci anni, le aziende da latte sul territorio prealpino sono passate da 153 a 105, con una diminuzione in percentuale del 31% e la perdita di almeno 50 posti di lavoro.
Lo sottolineano i vertici della Coldiretti provinciale, il presidente Fernando Fiori e il direttore Francesco Renzoni, oggi a Milano insieme agli allevatori della provincia e dell’intera regione (ben tremila in tutto) per la tappa lombarda della piu’ grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo e che oggi ha coinvolto le principali piazze italiane.
“Milano capitale della ‘regione italiana del latte’ per eccellenza, dato che in Lombardia si munge il 40% e oltre del prodotto nazionale. Milano città di Expo. Era importante esserci e la massiccia partecipazione del Varesotto, dove sono partiti diversi pullman, ha evidenziato quanto il problema sia attuale e sentito nella nostra provincia”.
Ma, a Milano, c’erano anche e soprattutto i cittadini a dare una dimostrazione concreta di sostegno agli allevatori italiani sotto attacco del furto di valore che vede sottopagato il latte alla stalla senza alcun beneficio per i consumatori, ma anche degli inganni con il commercio di latte e formaggi provenienti da chissà quale parte del mondo ma spacciati come italiani.
Nell’anno dell’Expo, la chiusura delle stalle – continua la Coldiretti - rischia di far perdere all’Italia il primato nella produzione di formaggi a denominazione di origine (Dop) che in quantità è addirittura superiore quella francese e contribuisce a forgiare l’identità nazionale in campo alimentare con oltre 48 specialità riconosciute a livello comunitario sparse lungo tutto lo stivale.
“Stiamo perdendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che “l’invasione di materie prime estere spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attività produttive”.
Tra gli obiettivi della mobilitazione per salvare le stalle italiane ci sono:
· Indicare obbligatoriamente l’origine nelle etichette del latte (anche Uht), dei formaggi e di tutti gli altri prodotti a base di latte.
· Garantire che venga chiamato “formaggio” solo ciò che deriva dal latte e non da prodotti diversi.
· Assicurare l’effettiva applicazione della legge che vieta pratiche di commercio sleale.
· Rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte e di prodotti con derivati del latte, tracciando le sostanze utilizzate.
· Un pronto intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro le forme di concorrenza sleale e gli abusi di posizione dominante nel mercato del latte.
· Attuare le misure di sostegno agli allevamenti italiani previste dal Piano Nazionale di Sviluppo Rurale.
· Realizzare un piano organico di promozione (in Italia e all’estero) del latte e delle produzioni italiane, (in Italia e all’estero) del latte e delle produzioni italiane, a partire da Expo 2015.
· Promuovere iniziative nazionali per il consumo del latte e dei formaggi di qualità, soprattutto nelle scuole e nelle mense pubbliche.
· Semplificare le procedure burocratiche.
· Garantire che le risorse previste dal “Piano latte” del Mipaaf vadano agli allevatori.