“Difendiamo l’italianità non solo nella ragione sociale ma anche nella produzione tutta veramente made in Italy”. Fernando Fiori, Presidente di Coldiretti Varese, interviene così sulla vicenda della possibile scalata a Parmalat, che attraverso l’azienda Carnini raccoglie latte anche in provincia di Varese.
Coldiretti Varese rilancia il punto di vista del Presidente nazionale Marini: “l’italianità va difesa dalla stalla alla borsa e per questo è prioritario un progetto industriale che valorizzi veramente il latte e i quasi 40mila allevamenti italiani e si impegni su un Made in Italy che, oltre al marchio, contenga materie prime nazionali. Non è più pensabile slegare l’italianità dal coinvolgimento pieno della zootecnia e dell’agricoltura italiana. E’ auspicabile quindi che siano imprenditori italiani a governare questo processo, in quanto dovrebbero essere più sensibili alla tutela del vero prodotto italiano”.
“Non possiamo infatti dimenticare – ricorda Tino Arosio, Direttore di Coldiretti Varese – che tre litri di latte a lunga conservazione sui quattro venduti in Italia con marchi del Made in Italy sono in realtà già stranieri senza indicazioni per il consumatore come pure il latte impiegato in quasi la metà delle mozzarelle sugli scaffali. Nel 2010 ben 8,6 miliardi litri in equivalente latte hanno attraversato la frontiera per essere confezionati dietro marchi italiani.
“La strategicità del settore agroalimentare – conclude Fiori - non può essere legata al solo fatto che nel nostro Paese ci sia solo la sede legale dei marchi o la sola trasformazione industriale. Il caso Parmalat conferma che la delocalizzazione degli approvvigionamenti è spesso accompagnata da una delocalizzazione degli stabilimenti produttivi e quindi della proprietà. Per questo nella vicenda Parmalat è prioritario un progetto industriale, che valorizzi il latte e la zootecnia italiana e si impegni su un Made in Italy, che oltre al marchio contenga materie prime nazionali.
25 Marzo 2011
PARMALAT: COLDIRETTI, STRANIERI 3 LITRI DI LATTE SU 4